La direttiva UE case Green analisi e proposte

Gli organi normativi europei procedono a volte per schemi ideologici e per compartimenti stagni per cui alle buone intenzioni e ai giusti fini non seguono indicazioni di percorsi operativi praticabili.
La direttiva sul recupero dell’efficientamento energetico delle abitazioni italiane non fa eccezione a questo difetto di impostazione anche perché si è prestata ad essere travisata soprattutto da chi ne ha fatto una lettura (se la ha fatta) di parte, interessata e superficiale.
Bisogna però aggiungere, per onestà, che a livello nazionale si alzano gli scudi a difesa delle prerogative specifiche del nostro paese e dei suoi cittadini quando ormai i provvedimenti diventano di imminente attuazione senza essere entrati prima, e per tempo, nel merito con proposte alternative, realistiche e serie.
La situazione degli immobili italiani per anno di costruzione
La prima analisi da fare nell’affrontare il problema di qualsiasi intervento di carattere generale sul patrimonio immobiliare italiano e in particolare su quello ad uso abitativo è la classificazione degli immobili per anno di costruzione.
Questa analisi è significativa ed utile per capire non solo la vetusta, ma la qualità delle costruzioni con riferimento ai materiali utilizzati e soprattutto alla vigenza, nel momento della loro costruzione, di norme dettate per la sicurezza o l’efficienza energetica. Norme queste emanate soprattutto negli ultimi 70 anni per il contenimento del consumo energetico, per prevenzione antisismica e il superamento delle barriere architettoniche.
Anno di costruzione | Immobili Residenziali | Percentuale |
Ante 1918 | 2.150.000 | 21 |
1919 -1945 | 1.380.000 | 13 |
1946 – 1960 | 166.000 | 2 |
1961 -1970 | 1.970.000 | 19 |
1971 – 1980 | 1.980.000 | 19 |
1981 – 1990 | 1.290.000 | 13 |
19991 -2000 | 957.000 | 9 |
2011 – 2020 | 350.000 | 3 |
Totale | 10.243.000 | 100 |

Emerge chiaramente dai dati statistici che oltre un quinto degli immobili hanno più di cento anni (2.150.000, pari al 21%) e che gli immobili costruiti negli ultimi 50 anni sono circa il 50 % dell’intero patrimonio edilizio del paese.
Tra l’altro gli immobili più fatiscenti sono quelli utilizzati dalla popolazione più fragile (famiglie a basso reddito, anziani).
Dal 1981 al 2020 (in quaranta anni quindi) si sono costruiti o integralmente ristrutturati appena 2.597.000 immobili pari al 25%.
Questi sono dati di estrema preoccupazione per la sicurezza e per l’efficienza energetica degli edifici e gli effetti sono ben visibili dai danni che conseguono i non rari eventi naturali che si verificano (terremoti, alluvioni, frane ecc.).