Affitti brevi, morosità, desertificazione dei centri storici e tensioni sociali abitative

Il Corriere della Sera pubblica una mia replica ad una lettera di un proprietario di casa che ha dovuto aspettare tre anni per avere liberato l’immobile dall’inquilino che non pagava i canoni. Spese legali, condominiali e canoni che non recupererà mai e su cui pagherà anche le tasse.
Il proprietario sventurato, uno dei tanti, decide, la sua motivazione è corretta, di voler passare alle locazioni brevi che stanno desertificando i centri delle città e fatto schizzare alle stelle i canoni.
Da una locazione breve riesci ad aver un canone superiore a quello ordinario di almeno 4 volte e non corri rischi di morosità. Soluzioni per chi non trova casa? Ci sono e sono possibili, basta abbandonare posizioni demagogiche e capire che il proprietario non è un vampiro che succhia il sangue dell’inquilino, ma occorre anche ricordare che la proprietà ha una funzione sociale per cui non si può far dormire sotto i ponti studenti e famiglie anche se hanno redditi medi e sono capaci di pagare un affitto decoroso e remunerativo per il locatore.
Va corrisposta al proprietario un giusto canone e garantire all’inquilino la possibilità di aver un immobile ad un prezzo sostenibile con il suo reddito. Utopia? No si chiama libero mercato regolato.
Occorre inoltre evitare l’abbandono delle città da parte dei residenti stabili per farle diventare degli alberghi diffusi e senza regole o delle Disneyland.
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